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Ticket chiesti anche a chi ha diritto all’esenzione, denuncia del Codacons

  • Immagine del redattore: Uneba Calabria
    Uneba Calabria
  • 16 giu
  • Tempo di lettura: 2 min
Francesco Di Lieto
Francesco Di Lieto

CATANZARO - In Calabria anche chi ha diritto alla gratuità delle cure si ritrova con una cartella esattoriale in mano. A denunciare il caso, con parole durissime, è il Codacons, che parla apertamente di “scempio” e chiede l’immediata sospensione delle cartelle esattoriali inviate in violazione delle esenzioni previste. «La sanità pubblica, un tempo baluardo di tutela per tutti, è stata distrutta dalla logica del profitto – afferma Francesco Di Lieto, vicepresidente del Codacons – . È inaccettabile che in una regione dove i potenti sfruttano le strutture pubbliche come se fossero alberghi privati, si impongano balzelli economici a chi soffre e dovrebbe essere considerato esente». L’associazione sottolinea che «nonostante la normativa nazionale preveda l’esenzione dal pagamento del ticket per chi accede al pronto soccorso e viene poi ricoverato, in Calabria si continui a richiedere il pagamento di tali oneri». Un comportamento che rappresenta «un attacco intollerabile alle fasce più deboli della popolazione, già costrette a sopportare un carico economico insostenibile in un momento di grande vulnerabilità. È scandaloso – continua Di Lieto – che la sanità pubblica, un diritto fondamentale di ogni cittadino, venga svenduta ai privati, trasformando il bisogno di cure in un affare per pochi. È umiliante che, dopo la grande abbuffata, si provi a far cassa sui cittadini esenti. La Calabria non può tollerare un sistema sanitario che lucra sulla salute dei più deboli, umiliando chi si trova in difficoltà». Il Codacons chiede che le istituzioni intervengano con urgenza per «fermare questo scempio e garantire il rispetto delle normative vigenti, restituendo dignità e diritti a chi ha bisogno di cure». L’associazione reclama «la sospensione immediata di tutte le cartelle esattoriali che in questi giorni stanno colpendo coloro che non hanno santi in paradiso e che si proceda a una valutazione seria della situazione». Non devono pagare coloro che accedono al pronto soccorso con codice rosso o giallo, chi subisce un infortunio sul lavoro, i minori di 14 anni, le donne in gravidanza, chi ha diritto all'esenzione per reddito, invalidità o patologie, e nemmeno i soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni o emoderivati. L’associazione si rivolge direttamente al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, chiedendo di verificare se i cittadini siano stati adeguatamente informati, al momento delle dimissioni, sull’importo da pagare. «Vorremmo sapere – si legge nella nota – qualora queste informazioni non siano state fornite (come effettivamente non lo sono state), quando le Aziende – perché ora gli ospedali si chiamano ‘aziende’ – abbiano inviato comunicazioni ai soggetti tenuti al pagamento. E se nessuna informazione è stata fornita e nessuna comunicazione è stata inviata… perché far lievitare i costi per chi sta male?». Il Codacons, quindi, chiede che il presidente si attivi all’insegna della legalità e della trasparenza dovute ai calabresi.

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