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La Fimp: Sui vaccini troppe difficoltà organizzative


RIVA DEL GARDA - "Per assicurare a bambini e adolescenti italiani una migliore assistenza bisogna uniformare l'organizzazione sanitaria del nostro Paese ed è necessario ridimensionare fortemente le varie autonomie regionali. Solo così sarà possibile garantire a tutti i giovani gli stessi diritti". E' questo il monito lanciato dalla Federazione italiana medici pediatri (Fimp) al Governo in occasione del suo XII congresso nazionale scientifico. "Nel nostro Paese, esistono ancora differenze territoriali molto forti per quanto riguarda le opportunità di diagnosi, presa in carico e cura di bimbi e adolescenti - afferma Paolo Biasci, presidente nazionale della Fimp -. Per ottenere un'erogazione di prestazioni sanitarie che sia più omogenea bisogna puntare sul sistema sanitario nazionale equo e solidale così come proposto dal Governo nel suo Contratto. I livelli essenziali d'assistenza (Lea) devono essere applicati e applicabili, dalle Alpi alla Sicilia, anche attraverso un adeguato finanziamento. Se questo non avverrà, i Lea saranno solo di competenza delle Regioni e quindi le differenze tra quelle virtuose e quelle commissariate aumenteranno. E allo stesso modo cresceranno le disparità tra i territori". Sempre secondo la Fimp la riorganizzazione della sanità italiana deve porre al centro la medicina del territorio, le cure primarie e quindi anche la pediatria di famiglia. "Durante l'età pediatrica i percorsi di assistenza iniziano e terminano favorevolmente nell'ambito dello studio del pediatra di famiglia nel 95% dei casi senza dover ricorrere a livelli specialistici di secondo o terzo livello - sottolinea Biasci -. Rappresentiamo una figura professionale peculiare che contraddistingue il nostro sistema sanitario nazionale da quello degli altri Paesi europei. Siamo una risorsa importante e la nostra categoria deve essere maggiormente valorizzata per poter così rispondere meglio alle sfide del futuro".

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