Tariffe Rsa, nuova bocciatura per Scura dal Tar
CATANZARO - Il Tar della Calabria ferma ancora una volta il commissario alla Sanità regionale, Massimo Scura, sulla rideterminazione delle tariffe delle Residenze sanitarie assistite (Rsa). I giudici hanno sospeso il decreto del commissario ad acta (Dca) 140/118 con cui il commissario aveva riproposto la tariffa di 139,91 euro retroattivamente a partire da luglio 2017 fino al 2018. Eppure lo stesso importo era previsto nel Dca 118/17 che era stato precedentemente annullato sempre dal Tar. È’ stata accolta la tesi delle associazioni Uneba, Anaste e Vivere Insieme, rappresentate dall'avvocato Claudia Parise. L’ordinanza dei giudici evidenzia, infatti, che il nuovo Dca non tiene conto delle “difficoltà organizzative delle strutture ricorrenti, in cui favore l'autorità emanante si è obbligata a riconoscere una congrua fase transitoria di adeguamento al nuovo regime funzionale e tariffario, allo scopo di consentire un'efficace gestione degli esuberi lavorativi”. Il Tar, per “evitare ulteriori vuoti di disciplina”, invita il commissario a “rideterminarsi” sulla “individuazione del termine di decorrenza della nuova tariffa” al fine di “assicurare una fase transitoria di adeguamento in favore delle strutture interessate tale da consentire l’attuazione delle relative procedure organizzative interne entro tempi certi, congrui e conoscibili ex ante”. Del resto il Dca 118/17 è stato già dichiarato illegittimo nella parte in cui non ha previsto tempi adeguati per l'espletamento delle procedure di gestione del personale che interessano circa 400 unità lavorative. Il Dca 140/18 sospeso, invece, riconosceva solo da luglio a novembre 2017 un corrispettivo più elevato, da 132,02 euro a 139,91 euro, anziché 153,2 secondo quanto previsto dal Dca 15/2016.
Nel 2016, dopo mesi di lavoro congiunto della Regione e delle associazioni, attraverso l'applicazione di quanto previstodalle norme e dai costi di mercato è stato approvato il Dca 15/2016 con cui si è giunti alla individuazione di una tariffa unitaria. La Calabria viene “accusata” di avere tariffe troppo alte che, pertanto, devono essere notevolmente ridotte. Ma le tariffe sono corrispondenti ai requisiti elevati (rispetto ad altre regioni) che le strutture rispettano: la Calabria, infatti, è una delle poche Regioni ad essersi adeguata ai requisiti richiesi dal Mattone 12. Partendo dall'idea della riduzione numerica delle tariffe, il commissario ha emesso dapprima il Dca 102/2018, subito dopo revocato dal Dca 118/2018 con cui ha abbattuto le tariffe delle Rsa quindi abbattendo anche il personale. L'incidenza del costo del personale sulletariffe è, infatti, circa il 67%. Ridurre il personale qualificato per far scendere sconsideratamente l'ammontare delle rette, con un ragionamento slegato dalla realtà dell'assistenza, equivale a rendere impossibile la normale turnazione di servizio che consente l'assistenza h24. Riducendo il personale, indubbiamente, si riducono i costi, ma come è possibile mantenere gli standard qualitativi se manca il personale qualificato in grado di svolgere l'assistenza dovuta alle persone ricoverate?
E' il caso di sottolineare, poi, che è pur vero che, sulla carta, alcune Regioni presentano tariffe più basse, ma nella identificazione della tariffa non si tiene conto del contributo che viene richiesto all'utente per usufruire del servizio. Secondo i dati della rilevazione Fnp-Cisl Lombardia aggiornati a luglio 2016, oggi la spesa che deve essere sostenuta da un anziano o dalla sua famiglia per essere accolto in una Rsa della regione varia mediamente tra circa 1.840 euro (retta media minima di 59,37 euro die) e 2.103 euro (retta media massima di 67,85 euro die) mensili. Appare quanto meno utopistico ipotizzare che il tessuto socio-economico della Calabria possa sostenere una partecipazione alla spesa in questi termini.