Betania, Terzo Settore in allarme per tutto il comparto
CATANZARO - Un grido d’allarme che arriva dagli operatori del settore, che lavorano da decenni sul territorio a sostegno dei più deboli: attenzione, scrive Rosario Bressi, quanto sta accadendo a Fondazione Betania potrebbe essere solo l’inizio, potrebbe avere una ricaduta sull’intero sistema di assistenza sul territorio. «Quando si spengono i riflettori e il silenzio incombe i problemi e le difficoltà si acuiscono. Per queste ragioni abbiamo voluto incontrare Padre Piero Puglisi per porgere i nostri sentimenti di vicinanza in un momento difficile che Fondazione Betania sta attraversando. Lo abbiamo fatto insieme a Don Alfonso Velonà, Salvatore Maesano di Coriss e all’ex portavoce del Forum Ts Catanzaro-Soverato Beppe Apostoliti», afferma. «Esprimere solidarietà, però, non basta perché la vicenda di Betania rischia di essere solo l’inizio di una spirale che potrebbe coinvolgere tutte le strutture socio assistenziali dell’Ambito di Catanzaro e, cosa che a volte sfugge ai più, rischia di far saltare sul territorio un sistema di assistenza che coinvolge diverse centinaia di ospiti e di famiglie che si sono affidate a tali strutture e che, alla luce della situazione non sono per niente tutelate - si legge ancora nella nota -. I ritardi di pagamento delle rette da parte degli ambiti rischia di determinare ulteriori crisi sociali e lavorative. Si pensa ad uno stato di agitazione e ad una mobilitazione generale con il coinvolgimento di tutti gli attori in causa, a partire dalle famiglie, dagli operatori e dal mondo del Terzo Settore più in generale a tutela dei servizi e dell’assistenza - prosegue Bressi -. La vicenda Betania interessa e investe un intero comparto. Il portato storico e sociale di Fondazione Betania avrebbe meritato una mobilitazione immediata e generale da parte delle Istituzioni, della politica, dei cittadini e del Terzo Settore. In nessun altro posto d’Italia una tale vicenda sarebbe passata quasi nel silenzio generale. Il momento dei distinguo e dell’autoreferenzialità non è questo. E, certo, non servono disquisizioni sui giornali o sui social per definire i contorni di un sistema che negli ultimi anni non ha fatto altro che acuire le difficoltà con responsabilità che sono evidenti. Ma ci sarà tempo e modo per discuterne. Ora la preoccupazione per le sorti di ospiti, famiglie e lavoratori è molto più urgente di qualsiasi strapuntino e di qualsiasi “lectio magistralis” di vecchi e nuovi guru del sociale catanzarese e calabrese».
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