Chirurghi, ricorso amministrativo contro atti dell’Azienda ospedaliera di Cosenza
- Uneba Calabria
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ROMA - L’Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) informa di avere notificato «due ricorsi amministrativi: uno straordinario al presidente della Repubblica contro la Asl di Rieti e uno al Tar Calabria contro l’azienda ospedaliera di Cosenza». Nel mirino atti aziendali che, a giudizio di Acoi, «non solo offendono e impediscono le carriere dei medici ospedalieri, ma rendono evanescente la formazione degli studenti di Sapienza e università della Calabria, e dei loro specializzandi». Così l'associazione in una nota. Secondo Acoi «i provvedimenti impugnati, e gli atti regionali, aziendali e universitari presupposti - si legge - violano le norme nazionali in materia di formazione universitaria, materia riservata allo Stato, e ricadono nella giurisdizione del giudice amministrativo, trattandosi di accordi tra Pa con funzione sostitutiva del provvedimento». L’associazione ha chiesto ai giudici la sospensione cautelare degli atti per prevenire il «grave danno potenziale per i pazienti», evidenziando che «primariati medico-chirurgici sono stati affidati a professori universitari senza concorso pubblico - opzione consentita solo nelle aziende ospedaliero-universitarie (Aou) - con il rischio di incarichi a personale non attrezzato della necessaria esperienza, soprattutto chirurgica». Vincenzo Bottino, presidente di Acoi, precisa che «non è una crociata contro l’università, ma una richiesta di regole uguali per tutti: selezione pubblica, percorsi di carriera trasparenti e tutela della formazione di studenti e specializzandi. Chiediamo la sospensione degli atti e un rapido ripristino della legalità, perché merito e sicurezza non possono essere sacrificati». Acoi annuncia inoltre che, «per le parti che ledono diritti soggettivi, gli stessi atti saranno tempestivamente impugnati anche davanti ai tribunali del lavoro di Rieti e Cosenza». L’associazione ricorda di aver già trasmesso nel mese di luglio esposti alle procure della Repubblica e alle procure regionali della Corte dei conti competenti, e conferma «la disponibilità a produrre ogni ulteriore iniziativa a tutela dei chirurghi ospedalieri e dei cittadini, impegnandosi anche per la regolarizzazione delle circa 30 Aou che operano senza Dpcm istitutivo, come previsto dall’ordinamento».
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