Cosenza, il pacemaker leadless realtà consolidata
- Uneba Calabria
- 5 giorni fa
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COSENZA – Dal 2021 i pazienti della provincia di Cosenza hanno accesso a una delle innovazioni più rilevanti della cardiologia moderna: il pacemaker senza fili, chiamato leadless. Una tecnologia che ha cambiato radicalmente la pratica clinica e che, nell’Azienda sanitaria provinciale, non è più una sperimentazione ma una procedura consolidata. I vertici dell’Asp hanno diffuso una nota per chiarire alcuni aspetti dopo recenti dichiarazioni che ne mettevano in dubbio la disponibilità in Calabria. Il riferimento è all’appello del dottor Cesare Perri, medico lametino che aveva denunciato l’impossibilità di accedere a questi dispositivi sul territorio, annunciando di non voler accettare il trasferimento al Nord pur di ricevere l’impianto. Una posizione che, sottolineano dall’Asp, non corrisponde alla realtà: la tecnologia è già disponibile in più ospedali della provincia.Il primo impianto risale all’agosto 2021, eseguito con successo nell’Unità di Cardiologia dell’ospedale di Castrovillari diretta dal dottor Giovanni Bisignani. Da quel momento, la metodica è stata adottata da altre strutture, a dimostrazione di come la sanità calabrese possa offrire trattamenti allineati agli standard nazionali e internazionali. Il pacemaker tradizionale, pur essendo da decenni un presidio insostituibile per le bradiaritmie, presenta criticità legate alla tasca sottocutanea e all’uso dei cateteri: infezioni, trombosi venose, dislocazioni o fratture degli elettrocateteri. Con il dispositivo leadless, inserito per via percutanea attraverso la vena femorale e posizionato direttamente nel ventricolo destro, queste complicanze vengono fortemente ridotte. L’impianto risulta più rapido, meno invasivo e con batteria di durata fino a vent’anni. Castrovillari ha avuto il merito di introdurre la novità, ma un ulteriore salto è avvenuto nello spoke di Corigliano-Rossano, dove la dottoressa Silvana De Bonis ha guidato l’impianto del pacemaker più piccolo al mondo: dieci volte più ridotto rispetto ai modelli tradizionali, con una durata che consente di seguire anche pazienti con bisogni clinici particolari. Un primato che ha dato visibilità all’intera provincia. A questo percorso si è unita anche la Cardiologia di Cetraro-Paola, diretta dalla dottoressa Maria Teresa Manes, confermando l’esistenza di una vera rete cardiologica capace di operare in sinergia. L’Asp ricorda però che la scelta del tipo di pacemaker non dipende da mode o innovazioni tecnologiche, ma da valutazioni cliniche personalizzate. Non tutti i pazienti sono candidabili a un dispositivo senza fili: età, comorbidità e caratteristiche anatomiche restano fattori determinanti. In molti casi il pacemaker tradizionale rimane la soluzione più indicata. L’introduzione dei dispositivi leadless ha richiesto investimenti in formazione: équipe mediche e infermieristiche hanno seguito corsi e aggiornamenti con società scientifiche e centri di riferimento nazionali. Oggi gli ospedali della provincia dispongono di personale in grado di garantire autonomia e sicurezza nell’impianto. I risultati ottenuti in questi tre anni parlano chiaro: decine di pazienti hanno beneficiato dell’impianto, con una riduzione significativa delle complicanze e una più rapida ripresa della vita quotidiana.
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