Crotone, esplode la rabbia di autisti e infermieri del 118
- Uneba Calabria
- 12 minuti fa
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CROTONE - Stanchi, delusi e profondamente arrabbiati. Il grido d'allarme arriva forte e chiaro dagli infermieri e dagli autisti soccorritori del Servizio di emergenza urgenza 118, figure professionali che, quotidianamente, reggono l'impalcatura del soccorso sanitario territoriale, ma che si sentono tradite e private della dignità lavorativa. La denuncia è incentrata su quella che il personale definisce una "pessima gestione" del servizio e sull'assenza di una vera tutela per chi opera in prima linea. Una situazione esasperata dalla chiusura tecnicamente immotivata delle Centrali Operative, che ha acuito la disorganizzazione e il senso di abbandono. Il cuore della protesta è il mancato riconoscimento del ruolo cruciale svolto da infermieri e autisti soccorritori. Nonostante il servizio 118 sia spesso in forte sofferenza per la carenza di personale medico, sono proprio loro a garantire soccorsi tempestivi, lavorando in equipaggi che vedono regolarmente l'assenza del medico a bordo. «Noi Infermieri e autisti vogliamo avere la nostra giusta riconoscenza», afferma Salvati. «Si parla di potenziare il servizio dando prestazioni aggiuntive a personale esterno, come i cubani, e noi continuiamo ad essere presi in giro, non ci viene riconosciuto nessun diritto». La beffa è particolarmente amara: mentre si cercano soluzioni costose e tampone al di fuori del sistema, il personale storico, che detiene l'esperienza e la conoscenza del territorio, continua a essere ignorato nelle sue legittime richieste contrattuali e professionali. La frustrazione è palpabile. Il personale sottolinea la disparità di trattamento e l'asimmetria di necessità all'interno del sistema di emergenza: «Noi lavoriamo anche senza medici, ma i medici senza infermieri e autisti non possono lavorare», concludono amaramente. Questa sintesi evidenzia una realtà ineludibile: sono gli infermieri, con la loro competenza clinica, e gli autisti soccorritori, con la loro professionalità nella guida e nel primo soccorso, i veri pilastri che impediscono il collasso del servizio. Sono loro a fronteggiare l'emergenza sulle strade, tra sirene, stress e sacrifici quotidiani, spesso trovandosi ad assumere responsabilità ben oltre quelle previste dai loro inquadramenti. Il personale del 118 chiede con forza che la Regione e la Direzione sanitaria competenti riconoscano il valore e la professionalità di chi, da anni, garantisce la vita dei cittadini in ogni condizione. «È tempo che alle promesse di potenziamento e alle soluzioni esterne si affianchi, finalmente, una tutela reale per le due figure che mantengono attivo il servizio di emergenza urgenza. Il sistema 118 non può più permettersi di ignorare il malcontento dei suoi pilastri portanti», conclude Salvati.












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