Drapia, appello per una soluzione per il Don Mottola Medical Center
- Uneba Calabria
- 7 nov
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DRAPIA - La speranza di una soluzione per il Don Mottola Medical Center di Drapia sembra ancora lontana. Dopo mesi di promesse e attese, la struttura sanitaria di Drapia continua a non vedere riconosciuta la convenzione con la Regione Calabria, nonostante l’accreditamento già ottenuto. Una situazione che ha spinto caregivers, pazienti e familiari a lanciare un nuovo e accorato appello alla Conferenza dei sindaci della provincia, chiedendo un intervento urgente per sbloccare l’impasse amministrativa che sta mettendo in ginocchio decine di famiglie. «Non chiediamo favori – affermano i firmatari dell’appello – chiediamo giustizia sanitaria. La salute non può essere un privilegio riservato a chi vive altrove». Nel frattempo, le famiglie dei degenti continuano a sostenere di tasca propria i costi delle cure, spesso indebitandosi pur di garantire assistenza ai propri cari. Il centro, che impiega oltre 60 professionisti, rappresenta un punto di riferimento essenziale per la riabilitazione e l’assistenza nel Vibonese, ma oggi rischia di fermarsi a causa della mancanza di risorse e del blocco degli atti amministrativi. Nel loro appello, pazienti e operatori denunciano una situazione sanitaria provinciale ormai drammatica: «L’Asp di Vibo Valentia è tra le più penalizzate della Calabria – sottolineano – con un punteggio Lea di appena 8,8, a fronte della media regionale di 17,7 e del minimo sufficiente fissato a 24,5. Il fondo sanitario pro capite è di soli 128 euro, contro i 470 della media calabrese». Le somme aggiuntive stanziate negli ultimi mesi, spiegano ancora, non sono state destinate al potenziamento dei servizi sanitari, ma per coprire disavanzi accumulati negli anni. La rete territoriale sanitaria prevista dal Dca 197, fondamentale per garantire assistenza diffusa e capillare, rimane ancora incompleta: la delibera che avrebbe dovuto attuarla, già pronta secondo il commissario Tomao, non è mai stata pubblicata. «Silenzio assoluto: nessuna pubblicazione, nessuna spiegazione, nessuna trasparenza – denunciano i firmatari –. Qualcuno tiene la delibera nel cassetto, come se su Vibo pesasse una condanna: quella di restare sempre indietro, senza risorse e senza voce». Dietro i numeri, ricordano caregivers e familiari, ci sono persone reali: pazienti, anziani e famiglie che ogni giorno pagano cure e riabilitazioni che dovrebbero essere garantite dal servizio pubblico. Ogni anno l’Asp di Vibo spende circa 3 milioni di euro per la mobilità passiva, costringendo centinaia di cittadini a spostarsi fuori provincia per ricevere cure adeguate. Per questo, i firmatari chiedono alla Conferenza dei Sindaci una presa di posizione chiara e unitaria a difesa del diritto alla salute. Le richieste sono precise: la pubblicazione immediata della delibera sulla rete territoriale, la trasparenza nei criteri di riparto delle risorse e l’apertura di un tavolo istituzionale urgente con la Regione Calabria per ristabilire equità, efficienza e rispetto dei livelli essenziali di assistenza (Lea). «Ogni euro negato alla sanità vibonese – concludono caregivers e pazienti – è una cura che non arriva, un anziano lasciato solo, un paziente dimenticato. È tempo di restituire dignità alla salute nel nostro territorio e di far tornare la sanità pubblica un diritto, non un privilegio».












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