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Farmaci equivalenti, in Calabria si fa minore ricorso

  • Immagine del redattore: Uneba Calabria
    Uneba Calabria
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 2 min
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ROMA - Farmaci equivalenti hanno rappresentato nel 2024 il 23,5% della spesa e il 31,6% dei consumi, con un trend di crescita che negli ultimi 5 anni è stato costante ma tuttavia limitato. Il consumo di generici in Italia resta infatti basso, soprattutto se confrontato con quello di altri Paesi europei, collocando l’Italia al terz'ultimo posto in Europa, con una percentuale del 56% di equivalenti sul consumo territoriale. Così si spiega nel Rapporto OsMed 2024 sull'uso dei medicinali in Italia, realizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco. Eppure l’uso degli equivalenti consente risparmi significativi sia per il Servizio sanitario nazionale che per il cittadino. Tra il 2017 e il 2024 l’analisi condotta da AIFA su 10 principi attivi ha stimato un risparmio per il SSN di circa 5,3 miliardi di euro (1,2 miliardi di euro solo nel 2024) sulla spesa per i farmaci di classe A rimborsati dal SSN, a seguito dell’ingresso dei farmaci equivalenti nelle liste di trasparenza AIFA. I principi attivi che hanno generato i risparmi maggiori sono stati la rosuvastatina e l’associazione ezetimibe/simvastatina. Nel Rapporto OsMed 2024 sull'uso dei medicinali in Italia si spiega che ammonta inoltre a circa 1 miliardo di euro la spesa di compartecipazione sostenuta dai cittadini come differenza tra il prezzo del medicinale a brevetto scaduto e il prezzo dell’equivalente rimborsato. Un dato stabile rispetto al 2023, con una spesa pro capite che va da 22,4 euro al Sud e nelle Isole a 14,2 euro al Nord. Come evidenzia un’analisi di correlazione tra la spesa per compartecipazione e il reddito pro capite regionale, sono proprio le Regioni a più basso reddito quelle in cui si spende di più per avere il farmaco di marca a brevetto scaduto (in particolare Calabria, Sicilia e Campania). Si conferma inoltre una profonda eterogeneità regionale nell’uso dei farmaci equivalenti. Il Nord consuma la percentuale maggiore di generici (45,5%) rispetto al Centro (34,2%) e al Sud e Isole (25,3%). Al contrario, nelle Regioni del Sud e Isole prevale nettamente il consumo del farmaco ex originator (75% della quota a brevetto scaduto), che costa di più, facendo lievitare la spesa pro capite per i farmaci a brevetto scaduto nel complesso. Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia mostrano un minor ricorso agli equivalenti (19-22%), contrariamente alla Provincia Autonoma di Trento e alla Lombardia per le quali si registrano i valori più alti (45% e 44% rispettivamente). In controtendenza rispetto agli equivalenti, l’Italia è invece al primo posto nell’incidenza della spesa (59,8%) e del consumo (72,2%) di farmaci biosimilari rispetto alla media europea.

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